di Anna Solini
Foglia a forma di pentagono, grappolo medio, conico o cilindrico, acino con buccia pruinosa, consistente e spessa di colore nero-viola, maturazione tardiva: parliamo del Montepulciano, vitigno che viene coltivato nell’Italia centrale con una predominante presenza in Abruzzo sin dal 1821, come dimostra un rarissimo manoscritto dell’architetto Tommaso Camplone da Pescara.
Dopo la devastazione di fine ‘800 dovuta all’avvento della fillossera, fu probabilmente l’altopiano della Valle Peligna a dare la nascita a questo vitigno e, in particolare, la zona di Torre dei Passeri, terra magnificata da Ovidio, poeta e cantore di Sulmona. Ne “Le metamorfosi” leggiamo: “terra ferax Cereris multoque feracor uvis”, cioè una terra dove abbonda la coltivazione del grano e ancora di più quella dell’uva.
Celebrato nel corso degli anni dai più illustri personaggi storici, il Montepulciano fu anche protagonista della leggenda secondo cui Annibale rinvigoriva il suo esercito con il vino prodotto negli Aprutzi e lavava i suoi cavalli con esso per farli guarire dalla scabbia.
Origine del nome
Il nostro vitigno diventa, inoltre, anche il protagonista della disputa tra viticoltori abruzzesi e produttori toscani del vino nobile di Montepulciano per la paternità del nome. È infatti da Montepulciano, comune toscano in provincia di Siena, che viene prodotto tale vino con uno dei 5 biotipi del Sangiovese e, in particolare, quello che localmente viene chiamato Prugnolo Gentile e non da uve Montepulciano. Tale disputa nasce da alcune caratteristiche ampelografiche molto simili tra le due uve e, non meno importante, dalla famiglia dei Medici. Essi, infatti, stabilirono un legame tra l’uva toscana e il territorio abruzzese quando, dalla Toscana, importarono delle tecniche enologiche nella loro Baronia di Carapelle, domicilio feudale in provincia dell’Aquila che raggiunse il massimo splendore nel 1743.
Caratteristiche del vino
Oggi le apparenti somiglianze tra i due vitigni sono state smentite. Dal Montepulciano si originano vini strutturati, longevi e di colore impenetrabile. La vinificazione, che si svolge nella seconda metà di ottobre in virtù della maturazione tardiva delle uve, è regolata da un preciso disciplinare. La DOC Montepulciano d’Abruzzo nasce nel 1968, nel 2003 alla sottozona “Colline Teramane” è stata concessa la DOCG, nel 2005 altre aree hanno ottenuto la menzione “Riserva” e un decreto del 20/04/2011 affida la DOC a 85 ettari di vigneto dislocati tra i comuni di Villamagna, Bucchianico e Vacri, con particolare attenzione alla collina “La Torretta “ in provincia di Chieti.
Vestito di rosso rubino con riflessi violacei tendenti al granato, è un vino caratterizzato tannini fitti e morbidi, mai troppo aggressivi, che liberano al naso sentori di ciliegia, marasca, frutti rossi e prugna. Robustezza e buon tenore alcolico marcano il prodotto finale.
Abbinamenti
Ottimo è l’abbinamento con del filetto anche accompagnato da salse o confetture, arrosto di maiale, cacciagione, brasati con aromi selvatici e speziati. Carne bovina, ma soprattutto ovina, agnello, castrato, siglano alla perfezione i cosiddetti abbinamenti territoriali con le specialità gastronomiche della regione: pecora sotto forma di arrosticini o di salamella (salame affumicato al ginepro), cucinata alla brace, al forno o “alla callara”, antica ricetta di una tradizione contadina legata all’attività della transumanza svolta per i lunghi tratturi percorsi.

Vino dalle innumerevoli qualità che esalta bene anche i primi piatti come lasagne abruzzesi o chitarrine alla teramana e pesce fresco presentato nell’ottimo brodetto alla vastese. Ottimo con i formaggi, frutto di una pastorizia da sempre presente in questa terra, tanto da ispirare la poesia del celebre poeta G. D’Annunzio I pastori nella quale si legge “i pastori che lasciano gli stazzi e vanno verso il mare” e porteranno con se “quel sapor d’acqua natìa… e gli indelebili aromi che si originano nei tini e maturano nelle botti“.
Questo vino è immancabile nel famoso momento dello “sdijuno” mattutino abruzzese: pasto unico a detta dei nostri avi, composto da pane, formaggio, prosciutto, uova al sugo, frittata con peperoni, minestra, tagliatelle fatte in casa in brodo e vino.
Altre vinificazioni del Montepulciano
Dalle medesime uve nasce il vino rosato Cerasuolo d’Abruzzo DOC, vino ottenuto con una macerazione breve, il cui nome da “cerasa” che annuncia lo spiccato sentore di ciliegia.
Cosa ci regala ancora? La versione passito… È un mondo aromatico che ben si presta a un’avvolgente esperienza multisensoriale, svelando mano a mano un tesoro di percezioni dalla confettura al cioccolato, da fiori appassiti alle spezie. Deciso è il ritorno alle amarene, mentre il tannino accarezza morbidamente il palato siglando un intimo connubio di sapori.
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