Cantina Zeyssolff: Au Péché Vigneron

di Andrea Signorini

Durante una vacanza in Alsazia, mi sono imbattuto nella visita della cantina Maison Zeyssolff, di un’azienda a conduzione familiare, giunta alla decima generazione, volta a produzioni di qualità piuttosto che a volumi industriali.

Maison Zeyssolff - Esterno

L’Alsazia e il territorio

Quando pensiamo all’Alsazia ci riferiamo spesso a una regione che dal punto di vista storico ha molto da raccontare per quanto riguarda i vini, soprattutto bianchi, considerati tra i migliori del territorio transalpino.

La Regione, suddivisa in Bas e Haut-Rhin, si estende per poco più di 100 km. La catena montuosa dei Vosgi ad Ovest protegge la Regione dalle correnti atlantiche occidentali ricche di pioggia e umidità, mentre la presenza del fiume Reno ad Est contribuisce alla formazione di un microclima continentale.

La grande varietà e diversità di suoli (ben 13!) permette ai viticoltori di produrre vini con diverse qualità e caratteristiche, grazie alla struttura del terreno, che può passare da calcareo e marnoso a vulcanico in pochi metri.

I vigneti in Alsazia si trovano solitamente a un’altitudine tra i 170 e i 420 metri, rigorosamente orientati verso Est e Sud-Est. Tra le 11 varietà di vitigni utilizzate, le 7 tradizionali sono:

  • Sylvaner;
  • Pinot blanc;
  • Pinot gris;
  • Pinot Noir;
  • Muscat;
  • Riesling;
  • Gewurztraminer.

Visita alla “Maison Zeyssolff – Au Péché Vigneron”

La cantina Zeyssolff si trova a Gertwiller, un paesino nella Bas-Rhin tra Strasburgo e Colmar. Un’impresa di famiglia che dal 1778 ha, per dieci generazioni, fatto della loro passione un mestiere. Oggi, Ivan e Celine si dilettano tra la viticoltura, la produzione dei vini, il B&B e il servizio di ristorazione, dove i vini della casa vanno a braccetto con le eccellenze locali.

La coltivazione avviene su 10 ettari di terreno distribuiti in diverse località tra Gertwiller e Bergheim con una produzione biologica (dal 2021) di 120 mila bottiglie l’anno. 

Il tour è stato guidato da Martha, una ragazza della Borgogna, che con la sua passione contagiosa è riuscita a trasformare la visita in una piacevole chiacchierata tra appassionati del settore.

Maison Zeyssolff - Esterno

Il Cremant d’Alsace (AOC)

Nella AOC Crémant d’Alsace si possono utilizzare normalmente le varianti di Pinot blanc, noir, gris, Chardonnay e Chasselas. La produzione avviene in due varietà:

  • Blanc de blanc (100% Chardonnay);
  • Blanc de noir (100% Pinot Noir, così detto perché vinificato in bianco da uva rossa).

Pronti e via ed ecco la prima degustazione, il Crémant d’Alsace brut metodo classico del 2021. Si tratta di un blanc de noirs, fresco di dégorgement (sboccatura), invecchiato 24 mesi che deve aver riposato sui lieviti per non meno di 12 mesi. 

Alla vista presenta un colore giallo paglierino con bollicine molto fini, numerose e persistenti. Al naso aromi fruttati e floreali. Al gusto note minerali e spicca il lampone con una nota di mandorla amara nel finale. Un vino piacevolmente fresco e molto persistente.

Procedendo con il tour, ci spostiamo nella prima delle tre cantine presenti, contenente botti piccole (barriques) in rovere da 228 litri. La scelta della botte piccola per il Pinot noir ne favorisce il rilascio di aromi terziari, e i tannini contenuti nella botte armonizzano quelli presenti nel vino, migliorandone la qualità.

Ebbene, che sorpresa questo Pinot noir, prodotto nella zona del Mittelberg, la stessa dei Grand Cru per intenderci. La macerazione di una settimana con i raspi ne caratterizza la marcata astringenza, un vino che possiamo definire decisamente allappante. Colore rosso rubino e limpido. All’olfatto note di frutta rossa che, al primo sorso, rimarcano aromi di ciliegia e mora. Un vino persistente, fresco e strutturato.

I Riesling e Grand Cru

Passando la seconda cantina con botti d’acciaio inox da 40-50 hl ma non visitabile, è arrivato il momento dei due Riesling, un AOC e uno nella versione Grand Cru. 

Entrambi sono 100% Riesling, infatti, come le altre 6 tipologie di vino AOC d’Alsace, sono monovarietali.  

Tra i due merita sicuramente menzione il Grand Cru, vino color giallo dorato, con note minerali e di idrocarburi. Un vino di grande freschezza che vale la pena lasciar invecchiare e arricchire nel tempo. 

In Alsazia, la menzione più elevata è l’Alsace Grand Cru AOC, che può essere rilasciata solo a quei vini prodotti nelle 51 località previste nel disciplinare e che ricopre il 4% della produzione totale (il 71% è AOC).  Ciascun vigneto ha una dimensione compresa negli 80 ettari vitati e ha un nome proprio (grazie al buon Napoleone!). Il nome del vigneto Grand Cru della casa è Zotzenberg, differente dal nome della città (Mittelbergheim). Caratterizzato da un terreno calcareo-marnoso, si trova a 300 metri di altitudine, con una ideale esposizione solare a Sud-Est.  

Per disciplinare i Grand Cru d’Alsazia sono sottoposti a esami annuali previa commercializzazione, con una resa massima consentita di 55 hl/ha per una vendemmia esclusivamente manuale. I vitigni consentiti sono Riesling, Muscat, Pinot Gris e Gewurztraminer, con un’eccezione per tutta la regione: il Sylvaner Zotzenberg

La sua maturazione in anfore da 600 litri conferisce una grande finezza a un vino dai sentori agrumati. L’utilizzo delle anfore, invece delle botti o dell’acciaio, aiuta a esaltare il vitigno (e il terroir) conservandone la tipicità.

La ciliegina sulla torta

Nel frattempo siamo arrivati nella terza e ultima cantina, la più spettacolare e affascinante. Al suo interno, oltre alle anfore, sono presenti botti grandi da 100 hl in una stanza con luci soffuse. Sulle botti stesse viene proiettato un video che, insieme a un’ottima insonorizzazione, porta a sentirsi immersi nella storia narrata della cantina e della sua famiglia. Poco da aggiungere, chapeau!

Anfore vinarie

Rimanendo in ambito storico, Martha sfodera un vino che dopo molti anni di contesa è riuscito a trovare lo spazio che merita: Le Klevener de Heiligenstein. Questo vitigno è un parente del traminer, che Erhart Wanty, sindaco della città di Heiligenstein, importò dall’Italia ed elaborò nel contesto alsaziano. Il fatto che tale vitigno rappresentasse una minaccia per il già presente Gewurztraminer nella AOC non gli diede vita facile. In seguito a diverse dispute legali, dopo più di due secoli, venne ammesso nella AOC alsaziana, ma con la sola concessione di alcuni vigneti selezionati nelle piccole città di Klevener, Bourgheim, Gertwiller, Goxwiller e Obernai

Un vino anch’esso maturato in anfora, dal colore giallo paglierino e brillante, all’olfatto un vino intenso dove prevalgono note fruttate (mango e ananas su tutto) e speziate. Al gusto appare un vino fresco, di corpo medio e persistente nel complesso equilibrato.

Le Vendanges Tardives

A questo punto, quale passaggio di testimone migliore se non quello al parente più stretto della famiglia, un Gewurztraminer Vendanges Tardives. La menzione Vendanges Tardives viene utilizzata per identificare vini dall’elevata concentrazione zuccherina. Come suggerito dal nome, si riferisce alla situazione in cui le uve vengono sovrammaturate in vigna a causa di vendemmie iniziate con qualche settimana di ritardo. Il risultato sarà un impoverimento di acqua negli acini e una conseguente maggiore concentrazione zuccherina (e quindi potenziale alcolico maggiore). In questo caso bisogna aspettare almeno 18 mesi prima di poter mettere in commercio il vino.

Un vino che soddisfa in pieno le grosse aspettative: colore giallo paglierino con riflessi dorati, a livello olfattivo offre un bouquet fine con aromi fruttati e di rosa, mentre a livello gustativo si presenta un vino morbido, ben strutturato e di grande potenza aromatica.

Le vin en Rose

Infine, un’altra grande sorpresa è stata quella del Pinot gris rose (attenzione, non rosè!). In Alsazia può essere utilizzato il termine rosé nel caso in cui il vitigno utilizzato sia un Pinot noir al 100%. In questo caso, a ricordare il fatto che in Alsazia abbiamo le specialità monovarietali, abbiamo un vino fatto al 100% con Pinot gris. Un vino rosa tenue, intenso con aromi ben definiti di pesca e albicocca dove al gusto emerge il miele. Un vino fresco, persistente e di qualità fine.

Posso dire che ho avuto la fortuna e il lusso di effettuare un tour di degustazioni in solitaria e questo ha reso ancor più piacevole la visita a questa cantina. Inoltre, la posizione strategica della stessa e la qualità dei vini in una regione dove le alternative (anche più commerciali) non mancano, rappresentano un valore aggiunto durante una vacanza nella zona.

Maison Zeyssolff - Frase scritta su botte

Vorrei concludere con una frase presa da Salvador Dalì capace di intravedere l’arte in questa “avventura”:

“Per fare un buon vino, ci vuole un pazzo per coltivare la vite, un saggio per curarla, un poeta di talento per fare il vino e un amante per berlo”.

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