di Lucia Navarese
“Abruzzo forte e gentile” è questa la definizione che Primo Levi, giornalista della Riforma e omonimo del più famoso scrittore, diede a questa terra nel 1882 durante un suo viaggio in Abruzzo.
La resilienza, come la chiameremmo oggi, è il tratto distintivo degli abitanti di Gessopalena, piccolo Comune di poco più di mille anime in provincia di Chieti, posto su un crinale che affaccia sul lato orientale della Majella a 654 metri sul livello del mare.
Il borgo, il cui nome deriva dal latino Gypsum (gesso), è interamente scavato nella pietra dove i cristalli di selenite riflettono la luce del sole e il suo luccichio le valse, sin dall’antichità, l’appellativo di “Pretalucente”.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, lungo i fiumi Sangro e Aventino nelle terre attraversate dalla linea Gustav, prese vita la gloriosa Brigata Majella che, proprio a Gessopalena, alla guida di Domenico Troilo suo eroico comandante, organizzò una valorosa resistenza armata contro i tedeschi.
Nel gennaio del 1944, per rappresaglia, in località Sant’Agata, fu compiuto un terribile eccidio in cui persero la vita 42 persone tra civili, donne e bambini e fu fatta terra bruciata dell’intero territorio.

La storia
Uno dei tre scampati alla strage nazista è Giuseppe d’Amico, un giovane che dopo la guerra resta a Gessopalena e qui costruisce la sua vita.
Molti anni dopo, il nipote Mariano Bozzi (oggi nominato “Custode della Biodiversità”), davanti a un calice di quel vino che il nonno aveva continuato a vinificare in casa, si domanda come mai in Abruzzo non ci sia la varietà di uve presenti nelle altre regioni e così inizia un percorso di indagine e ricostruzione storica che lo porta a scoprire, proprio nel vigneto del nonno, una vite di oltre cento anni. Una delle poche, quattro in tutto, scampate alla distruzione della guerra, che il nonno aveva continuato a coltivare secondo l’antica usanza delle viti maritate a ridosso degli alberi di ulivo.
A partire dal 2003, il Comune di Gessopalena, coinvolgendo la Regione, l’Università di Bari prima e le Università di Teramo e di Perugia dopo, ha avviato un processo di studio e di riconoscimento di questi due vitigni sopravvissuti.
L’analisi ampelografica, agronomica ed enologica ha determinato due diverse tipologie di vitigni:
- il Nero Antico di Pretalucente, autoctono, espressione di questo territorio, senza cloni in altre parti d’Italia, candidandosi a diventare il secondo vitigno a bacca rossa dell’Abruzzo;
- la Vedovella Nera che è, invece, un ecotipo di Sangiovese presente solo nel territorio di Gessopalena.
L’iter burocratico ha portato all’iscrizione dei due vitigni all’Anagrafe Nazionale della Biodiversità, alla creazione di un registro De.Co. (Denominazione Comunale) “Pretalucente” del Comune di Gessopalena, alla nascita dei disciplinari di coltivazione dei due vitigni e all’avvio dell’iter per la registrazione dei marchi “Pretalucente” e “Vedovella”.
Nel 2018 il Comune di Gessopalena ha acquistato circa 700 barbatelle e le ha distribuite ai privati sul proprio territorio.
Dopo una prima vinificazione di soli 150 Kg di uva, quest’anno con una produzione di 20 quintali, la vinificazione è stata affidata alla Cantina Orsogna che ha prodotto diverse tipologie tra vini fermi e spumanti:
- Nero Antico di Pretalucente rosso;
- Nero Antico di Pretalucente rosato;
- Nero Antico di Pretalucente spumantizzato con metodo ancestrale;
- Vedovella Nera di Pretalucente rosso;
- Vedovella nera di Pretalucente rosso barricato.
I vitigni Nero Antico e Vedovella Nera
Il Nero Antico di Pretalucente è caratterizzato da una maturazione tardiva e presenta grappoli spargoli a bacca nera di media grandezza. La buccia è spessa e quindi difficilmente attaccabile da funghi e altri agenti patogeni, come l’oidio.
I vini fermi ottenuti dalle uve del Nero Antico di Pretalucente presentano una gradazione alcolica intorno ai 10-11% vol., un colore rosso poco intenso che vira su riflessi violacei.
Al naso colpiscono subito intense note fruttate, speziate ed erbacee che ritroviamo al primo sorso insieme a una spiccata sapidità. Il tannino è un po’ graffiante, ma il tempo sicuramente lo smusserà regalandoci sensazioni nuove e appaganti.
Il Nero Antico spumantizzato rosé è una bollicina dal colore rosa intenso che conquista. È rifermentato in bottiglia e ha una spiccata acidità garantita dall’altitudine del territorio.
La Vedovella Nera, ecotipo del Sangiovese, è di più facile beva, ma spicca per la sua tipicità dovuta alla quota e al terroir.
Non dimentichiamo che il gesso caratterizza anche la regione della Champagne. Questo tipo di suolo durante il giorno riesce a catturare il calore del sole e a rilasciarlo durante la notte, fornendo un aiuto termico alle vigne conferendo mineralità, finezza e struttura al vino.

Il progetto
Dal 2019 il Comune di Gessopalena organizza “Gessi diVini”, un evento che permette di degustare e apprezzare questi vini che sono ancora in attesa di autorizzazione per essere commercializzati.
La sinergia tra pubblico e privato ha consentito di gettare le basi per un più ampio progetto dove innovazione e tradizione si fondono perfettamente in una regione, come l’Abruzzo, che è da sempre per natura e storia caratterizzata da una forte vocazione green.
Il concetto di biodiversità, intesa come varietà dei prodotti tipici, è intrinseco nella storia e nella identità di queste terre. Con questo progetto si vuole dare la possibilità a tutti coloro che hanno deciso di investire e di scommettere su un territorio spesso svantaggiato, di creare nuove opportunità con lo sviluppo, la commercializzazione e, soprattutto, la creazione di un turismo enogastronomico attento e consapevole.
La collaborazione tra il Comune, le associazioni e i viticoltori vuole in questo modo arginare il processo di spopolamento che ha subito negli anni il Paese e offrire alla propria comunità, attraverso concreti strumenti di formazione in ambito culturale, di supporto e promozione turistica, una occasione nel rispetto della propria storia e delle proprie tradizioni.
Gessopalena è l’esempio di come si possa far tesoro delle proprie radici per gettare le basi non solo per uno sviluppo economico e commerciale, ma soprattutto etico, sostenibile e green.
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